Il colore del liquido seminale è grigio
opalescente. In un referto di uno spermiogramma sarà possibile leggere però
anche altre diciture come lattescente, pioide, bruno (ematico). Un aspetto
lattescente, specialmente se accompagnato da un ridotto volume e un pH acido,
può riflettere un danno a carico delle vescichette seminali, mentre l'aspetto
giallognolo pioide è indice di una contaminazione urinaria, della presenza di
granulociti, di una netta prevalenza della componente delle vescichette
seminali oppure raramente della presenza di bilirubina.
Il volume dell'eiaculato (in
condizioni normali da 1,5 a 5 ml) è un segno della funzionalità delle
vescichette seminali, in quanto queste producono dal 50 all'80% della
componente liquida dello sperma. La prostata contribuisce per il 15-30% e il
rimanente è fornito dalle ghiandole uretrali accessorie e dal deferente.
Il liquido seminale ha
normalmente un pH alcalino, che oscilla tra 7,5 e 8,0, ed è la risultante tra
la secrezione basica delle vescichette seminali e la secrezione acida della
prostata. Un pH inferiore a 7 è espressione di disfunzione delle vescichette
seminali, un pH superiore a 8,0, in presenza di leucociti, indica la presenza
di una infezione.
Appena emesso, lo sperma coagula
per poi liquefarsi. La liquefazione si completa nel giro di 30 minuti a
temperatura corporea (37 °C). La coagulazione avviene per opera di enzimi
prostatici che agiscono sul fibrinogeno prodotto dalle vescichette seminali,
andando a creare una fitta maglia molto serrata. Una mancata coagulazione dello
sperma, oltre che uno scarso volume, indica una disfunzione delle vescichette. Gli
enzimi che determinano la liquefazione sono secreti dalla prostata.
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